Dopo alcuni anni di studi di fisica e matematica frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Concentra la sua attenzione sui materiali di recupero, dai resti di ferro ai vecchi vestiti. Unisce tutti questi soggetti e dà loro una nuova vita grazie all’inserimento di lenti che danno la possibilità, al pubblico, di vedere cosa succede al loro interno. Spesso è protagonista di alcune azioni in occasione della presentazione di alcune opere. Marco gioca con ironia sui meccanismi della visione creando strutture scultoree di forte impatto visivo. Qui l’osservatore può vedere un continuo scambio tra la persistenza e la mutevolezza dei materiali e delle forme che hanno, in tutte le occasioni, una stretta relazione con lo spazio in cui si sviluppa la mostra. Le opere di Marco mostrano una contrapposizione tra il piccolo e il grande ma anche tra l’interno e l’esterno che sono fondamentali nella poetica dell’artista. La dimensione riprodotta è preziosa e intima e questo riesce a dare identità alla forma superiore in cui questa dimensione si colloca.
Negli ultimi anni ha sviluppato una nuova ricerca utilizzando le pagine del planisfero (fusi orari) nell’agenda Moleskine; aggiungendo segni sulle mappe le fa sparire e l’accumulo dei tratti uniti ai confini stampati si trasformano in visioni oniriche di paesaggi, ritratti o anche simboli astratti.