Il racconto fotografico di Jacopo Di Cera si distingue per l’uso di una prospettiva zenitale, capace di annullare le tradizionali schematizzazioni visive e rivelare composizioni sorprendenti. Grazie a questo approccio, Di Cera riesce a trasformare l’ordinario in straordinario, invitando lo spettatore a riflettere su come la percezione della realtà possa cambiare radicalmente attraverso un semplice cambio di prospettiva. Adottare nuovi punti di vista non solo ci permette di percepire il mondo in modi inaspettati, ma offre anche una nuova visione di noi stessi: più ci eleviamo, più le cose che sembravano grandi si riducono a insignificanti dettagli. In questa composizione geroglifica, i corpi dei partecipanti al workshop sono ritratti al fianco delle loro ombre, un doppio che esiste solo in presenza della luce: un’ombra sovradimensionata che ci segue silenziosamente, proiettata su uno sfondo bianco e uniforme.