L’opera di Clarissa Baldassarri è un’affascinante esplorazione delle percezioni soggettive e dei limiti del linguaggio.
Composta da due diverse installazioni, nella sua prima parte l’opera si compone di quarantacinque fotografie che, seppur appaiano quasi identiche a un primo sguardo, rivelano in realtà differenze sostanziali, mettendo in luce l’unicità dello sguardo di ciascun autore/osservatore.
L’innovazione dell’opera risiede però nell’applicazione della traduzione automatica a parole selezionate come oggetti visibili nelle fotografie. Queste parole sono state infatti tradotte attraverso l’uso di un traduttore automatico in diverse lingue, per poi tornare all’italiano, portando a una risemantizzazione del termine originale. Attraverso un processo di decostruzione e ricostruzione, emerge una riflessione sulle contraddizioni e i limiti del linguaggio, offrendo una nuova interpretazione della realtà.
L’imponente lastra di vetro stampata aggiunge un ulteriore strato di complessità all’opera dove le parole sfidano il pubblico a mettere in discussione la propria capacità di comprensione visiva e linguistica.