Nato a Roma nel 1963, Colazzo emerge sulla scena artistica della Capitale e poi in tutt’Italia agli inizi degli anni Novanta, con mostre personali realizzate in alcune tra le maggiori gallerie italiane come L’Attico di Sargentini e la Galleria Alfonso Artiaco. La pittura di Colazzo, su carta o su tela, vive di un rapporto dialettico tra primo piano e fondo; l’artista sfuma il confine netto che li separa, creando un gioco tra la bidimensionalità del pattern decorativo che viene sovrapposto a profondità sfumate, oppure tra la leggerezza pastosa di pennellate colorate che emergono in superficie, rompendo sfondi monocromi e piatti. Questo rapporto è particolarmente evidente nella serie Me medesimo, in cui parti frammentarie del corpo o del viso, singole o ripetute, sono disperse sulla superficie pittorica e ad essa integrate. Nelle opere figurative, come le serie Puppets o Audiofonovisivi, Colazzo ha sviluppato un repertorio di soggetti fantastici – maschere, burattini, robot, fantocci, giocattoli – che, realizzati con gusto realistico e illustrativo, sono sospesi su fondali pittorici astratti. Con questo contrasto, la formalità della pittura sembra accompagnare un’indagine sull’interiorità umana, sulla sua espressione più diretta e il filtro che il soggetto ha frapposto per affrontare il mondo esterno.