Liliana Moro è nata nel 1961 a Milano, dove vive e lavora.
Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 1989 fonda, insieme ad altri artisti, lo Spazio di Via Lazzaro Palazzi a Milano che chiuderà nel 1993. Incontrando i lavori di Liliana Moro si ha la percezione che sia presente solo ciò che è strettamente necessario. Suono, parole, sculture, oggetti e performance, compongono un mondo che “mette in scena” una realtà, allo stesso tempo, cruda e poetica. Sono territori di un’esperienza individuale (quella dell’artista ma soprattutto dello spettatore) che invitano a andare oltre ciò che è visibile. La riduzione all’essenziale intesa come attitudine, pratica e posizione, non è il risultato di una ripresa del linguaggio minimal, si tratta piuttosto di una modalità che l’artista mette in atto sia quando sceglie di impiegare tecniche elaborate, sia quando sceglie di utilizzare materiali esistenti o oggetti d’uso comune. Uno degli elementi che ha un posto di rilievo nella ricerca di Liliana Moro è la dimensione politica che non si traduce in illustrazione di contenuti, ma riguarda la modalità di relazione con i destinatari, per esempio con il disporre a terra il proprio lavoro chiedendo implicitamente a chi guarda di abbassarsi per vedere. La libertà di azione è un aspetto importante del lavoro ma lo definisce solo in parte: ciò che produce lo scarto interessante è la relazione tra l’universo delle possibilità e la tensione a più livelli – fisica e poetica- generata da questa relazione.
Ha esposto in importanti mostre collettive e il suo lavoro é presente in collezioni pubbliche e private. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 2019.