Serena Fineschi, ospite di una sessione famiglie, ha coinvolto i genitori in un lavoro concettuale sviluppato sulla parola, l’immaginazione e il corpo. Partendo dalle riflessioni nate dall’osservazione delle sue opere, ogni gruppo ha scritto il proprio “inno alla vita”. Parole e pensieri condivisi da tutti, scritti con calligrafie diverse, connotano le singole identità di questo lavoro collettivo. I tratti grafici, liberi e incontrollati, lasciati alle penne bic, hanno aperto uno spazio sul proprio mondo interiore e sull’immaginazione. Il suono delle penne a sfera ha accompagnato come un mantra il tempo trascorso in immersione nel disegno. Un grande foglio ha accolto i pensieri e la gestualità di questo rituale quasi meditativo, dove ogni partecipante ha compiuto il proprio viaggio di inchiostro e di emozioni. Le gomme da masticare, paradigma della società contemporanea, sono diventate sculture da posare come un dono su un supporto grande come un abbraccio.