La poetica dell’artista ruota attorno al tema del corpo come unità di misura dello spazio circostante. La sua produzione di autoscatti con il tempo si è trasformata in una sagoma che la rappresenta senza essere descrittiva. Queste silhouette sono tratte dagli autoscatti. Anche i ragazzi di Dynamo sono partiti dalla foto, dai tanto amati selfie, singoli o di gruppo. Attraverso questi, hanno tracciato la propria sagoma, a volte colorata e a volte nera, come la loro stessa ombra. Donatella usa spesso le carte da parati, sintesi dello spazio circostante, come sfondo dei collages. I ragazzi hanno potuto scegliere la carta che più gli piaceva, dalle tipiche carte anni ottanta con le margherite e le rose a quelle coloratissime e pop usate per arredare i locale più trandy; su di queste hanno poggiato le loro sagome per creare delle eleganti opere che raccontano momenti passati insieme all’insegna del gioco e nel divertimento.