Giuseppe De Mattia è nato a Bari nel 1980 e attualmente vive tra Bologna e Noha (LE). Dopo gli studi al D.A.M.S. di Bologna completa la propria formazione presso il Politecnico di Milano, imparando a fondere il linguaggio visivo del cinema con una conoscenza più tecnica degli impianti urbanistici ed architettonici, e fa esperienza, a Lisbona, come produttore televisivo per film e documentari. La sua è una pratica multimediale, che combina insieme linguaggi differenti (video, fotografia, collage di immagini e testi, disegno, installazione) e che si interessa a temi sociali come la precarietà del ruolo dell’artista, o l’attuale egemonia dell’apparenza sull’essenza delle cose, o ancora la denuncia del sistema economico che ruota intorno ai beni di consumo. Per condurre lo spettatore a queste riflessioni, spesso anche dal taglio ironico, costruisce opere in grado di tradurre oggetti o situazioni di vita comune in consistenze effimere, attraverso forme installative diverse e dal forte carattere narrativo. Quella di De Mattia è una pulsione verso l’immaginifico ma anche verso la contemporaneità e il passato, in un percorso di continua indagine del rapporto tra archivio, memoria privata e memoria collettiva. In un’epoca in cui l’arte è caratterizzata dalla secondarietà di contenuti, il lavoro di Giuseppe De Mattia è un faro di autenticità. Ogni opera è il risultato di un processo creativo ponderato, che spesso prende forma nella relazione con la comunità del contesto in cui l’artista opera.
“Nel mio lavoro ho sempre preferito essere un catalizzatore, un mezzo di lettura di ciò che riesco a comprendere più per una sensibilità innata che per una preparazione vera e propria. Penso di essere un medium per tradurre alcuni meccanismi e cerco di portarli ad un linguaggio più popolare possibile, tanto da renderlo volutamente quasi banale. Cerco di avvalermi di una eteronomia che mi permette di essere più voci all’interno di una stessa commedia.”