Il dialogo tra Irene e i genitori di una sessione famiglie ha avuto inizio ancora prima che raggiungessero il Camp, con la richiesta di portare nei loro bagagli un oggetto e una foto della loro famiglia. Gli oggetti, infatti, agevolano il ricordo e aiutano nell’esporsi in prima persona ad avviare un dialogo. Nello specifico l’oggetto doveva corrispondere alla domanda “Qual è l’oggetto che rappresenta un importante cambiamento?“, lasciando aperta l’interpretazione. Ogni partecipante ha collaborato dando inizio ad uno storytelling condiviso, che ha innescato un’indagine sull’individuo. Durante i laboratori l’idea figurativa del segno si è astratta e rarefatta, aprendosi alle tecniche del frottage e della carta carbone; le parole hanno risuonato e sono state date in dono all’artista, attraverso i ricordi legati a ciascun oggetto che ogni partecipante ha voluto condividere. L’opera finale è frutto della sedimentazione dell’esperienza su un lenzuolo proveniente da un corredo passato di mano in mano tra generazioni, che lo hanno custodito come qualcosa di prezioso. Frammenti di frasi di dialoghi estremamente confidenziali affiorano sotto forma di ricamo come una sorta di archivio collettivo che rimarrà impresso sulla trama e l’ordito del lenzuolo, che rappresenta qualcosa che ci protegge, ma è anche confessore delle nostre paure più recondite e incontrollate.