Una struttura leggera che discende dal soffitto lascia fluttuare in aria venti bandiere multicolore realizzate dalle famiglie di Dynamo Camp. Si tratta di frammenti di memorie intime, simboli di un universo emotivo unico e prezioso.
Ogni bandiera è un racconto a sé stante, un collage di forme e colori che racchiude i ricordi più cari dell’infanzia dei partecipanti ricostruendo una storia di mitologia individuale. Ne emerge un caleidoscopio di storie personali, un inno all’unicità che celebra la ricchezza della diversità.
Le bandiere, classicamente simbolo di appartenenza nazionale, assumono pertanto un significato nuovo non più legato a confini geografici o ideologie politiche, ma diventano custodi di ricordi personali e di un’identità singola anziché collettiva. L’alterità, spesso percepita come elemento di divisione, diventa qui il punto di forza di questa installazione. È infatti nella molteplicità delle bandiere, nella loro irripetibilità, che troviamo la vera rappresentazione di ciascuno.
L’opera richiama le parole di Cesare Pavese in Ferie d’Agosto:
“Bisogna sapere che noi non vediamo mai le cose una prima volta, ma sempre la seconda. Allora le scopriamo e insieme le ricordiamo”.