Paolo Treni è nato sul Lago di Garda nel 1981 e vive e lavora tra Brescia, Milano e Berlino. Dopo aver conseguito la laurea specialistica in Comunicazione presso l’Università Cattolica di Milano e aver frequentato la scuola del Teatro Arsenal e, Treni ha scoperto la sua passione per l’arte e la luce durante un laboratorio di scenografia di Jacques Lecoq a Parigi.
La sua ricerca artistica si concentra sull’interazione dal vivo con lo spettatore, con l’obiettivo di coinvolgere l’osservatore attraverso la percezione della luce e del colore. Nei suoi lavori
Treni combina tecnologia e artigianalità, alternando la libertà del disegno a mano libera con la precisione richiesta da macchinari computerizzati come i laser. La sua tecnica di disegno si ispira al Suminagashi, la tecnica di meditazione attiva dell’arte orientale, che Treni traspone in ambiente virtuale per creare composizioni fluide e armoniose . Nel suo lavoro, cerca di offrire un’alternativa al consumo bulimico di immagini imposto dai social media, guidando lo spettatore alla riscoperta di una dimensione contemplativa dell’immagine.
Focalizzandosi sulla dimensione empatica della luce, Treni sottolinea il modo in cui riflessione e rifrazione intervengono nella percezione individuale dei colori e delle forme. Ogni opera si
comporta come un test proiettivo, in cui gli elementi della composizione vengono letti in base all’intensità e all’angolazione dei raggi luminosi.
Vincitore del premio “Montal/Arte giovani” 2017, nel 2018 allestisce Simulacra, prima mostra pubblica a cura di Ivan Quaroni, presso la Fortezza Firmafede di Sarzana. Dal 2019 collabora con la Galleria Luisa Catucci (Berlino) per Mia Photo Fair, “Another Multiverse”, duo show con Boris Eldagsen; Positions Art Fair (2020) e “Signs”, duo show con la scultrice Anne Cecile Surga.
Una sua opera è entrata a far parte della collezione permanente nel Museo del Parco di Portofino e i suoi lavori in plexiglass sono stati protagonisti di numerose esposizioni, tra cui una mostra personale a Milano. Nel 2023 ha esposto una sua nuvola in plexiglass sull’altare della Basilica di San Celso a Milano per la mostra Phygital Epta.